Sindrome coronarica acuta: Evolocumab migliora la stabilità della placca
Sono stati presentati i dati dello studio di fase III HUYGENS che hanno dimostrato come Evolocumab ( Repatha ) in aggiunta alla terapia statinica ottimizzata aumenti in modo significativo le caratteristiche di stabilità della placca nei pazienti con malattia coronarica ( CAD ), rispetto alla sola terapia con statine.
Gli eventi cardiaci sono spesso la conseguenza della rottura di una placca vulnerabile. La caratteristica principale della placca vulnerabile è un grande nucleo lipidico centrale con un sottile cappuccio fibroso che funge da parete o barriera che la mantiene integra.
Per migliorare la prognosi dei pazienti con sindrome coronarica acuta è fondamentale ottenere la stabilità della placca, non solo di quella che ha causato l’evento acuto, ma anche delle altre placche presenti nell’albero coronarico.
La stabilità della placca aterosclerotica può essere garantita dalla riduzione del colesterolo. Più riusciamo a ridurre il colesterolo LDL, maggiori sono le possibilità di stabilizzare la placca fino a una regressione della stessa.
Riuscire a diminuire il colesterolo LDL nella fase post-acuta garantisce l’immediato blocco della progressione della placca favorendone la stabilizzazione.
Lo studio HUYGENS ha valutato se Evolocumab, in aggiunta alla terapia statinica, potesse aumentare lo spessore del cappuccio fibroso, così da migliorare la stabilità della placca stessa.
Lo studio ha soddisfatto il suo endpoint primario: Evolocumab in aggiunta alla terapia statinica ottimizzata ha dimostrato di aumentare lo spessore del cappuccio fibroso di 42.7 µm ( micron ) rispetto a un aumento di 21.5 µm con la sola terapia statinica ottimizzata ( 75% versus 39%; p=0.01 ), alla tomografia a coerenza ottica ( OCT ).
Con l’aggiunta di Evolocumab lo spessore del cappuccio fibroso è quindi raddoppiato rispetto alle sole statine.
Evolocumab ha anche migliorato tutti gli endpoint secondari dello studio, inclusa la riduzione dell’arco lipidico fino a -57.5° rispetto a -31.4° ( p=0.01 ), come misurato mediante OCT.
I risultati dello studio randomizzato di 52 settimane, condotto in doppio cieco in pazienti con sindrome coronarica acuta in terapia statinica ottimizzata, hanno dimostrato che il trattamento con Evolocumab, iniziato entro una settimana dall’evento coronarico, ha ridotto il colesterolo LDL da 140 a 28 mg/dl ( -80% ) rispetto alla riduzione da 142 a 87 mg/dl ( -39% ) ottenuta con la sola ottimizzazione della terapia statinica.
Non sono stati identificati nuovi rischi per la sicurezza.
Gli eventi avversi più comuni emersi durante il trattamento ( maggiore del 3% ) sono stati angina pectoris, mialgia, ipertensione, diarrea, astenia e tosse.
Sebbene lo studio clinico HUYGENS non abbia valutato gli esiti cardiovascolari, i risultati hanno confermato ulteriormente le evidenze positive a supporto del profilo clinico di Evolocumab. ( Xagena_2021 )
Fonte: ESC ( European Society of Cardiology ) Meeting, 2021
Xagena_Medicina_2021